Cane salvato dal soccorso alpino a 2000 metri sul Terminillo

La storia del cane salvato dal soccorso alpino

Hai mai provato il freddo, quello vero? Io sì, e ti assicuro, non è affatto divertente: senti le forze che ti vengo meno, la pelliccia che ti si ghiaccia, sei debole, ti si annebbia perfino la vista.
Come ci sono finito lassù, su quella montagna? Non me lo ricordo, forse ho perso la strada inseguendo qualche coniglio: sta di fatto che non so neanche io come mi sono ritrovato in mezzo alla tormenta.

La montagna sulla quale mi trovavo si chiama Terminillo (in provincia di Rieti), o almeno così mi è sembrato di capire, e l’altitudine al quale mi hanno recuperato è intorno ai 2000 metri: ma lo sai quanti sono 2000 metri? Tantissimo, circa 15000 salsicce!!!
Salsicce, il mio cibo preferito: chissà se ne mangerò ancora mi chiedevo, con le zampe immerse nella neve.

Me la sono vista davvero brutta! Ho avuto veramente paura: il mio pelo bianco, bianco proprio come la neve, fino a quel momento grande elemento di vanto con i miei amici, stavolta stava giocando a mio sfavore: non mi troveranno mai, continuavo a ripetermi. Quanto ho odiato la mia regale pelliccia, nelle ore in cui temevo mi facesse confondere con lo sfondo della montagna.
Non mi troveranno mai, mi ripetevo, mai, mai, e intanto sentivo il ghiacchio immobilizzarmi sempre di più.

Dopo qualche ora la paura e il freddo hanno lasciato spazio al sonno: succede sai? dicono si chiami assideramento. Non so dirti bene cosa sia successo quindi: so solo che il silenzio che mi avvolgeva ad un certo punto è stato interrotto da voci umane: “È qui, è qui, sentivo ripetere, presto correte, veloci, veloci!”.

Quel frastuono mi ha svegliato di colpo: è un sogno? Non riuscivo a pensare ad altro. Forse sono già morto e questo è il paradiso dei cani, mi dicevo. Macché morto!! Sono vivissimo e felice di poterti raccontare la mia incredibile avventura: quelle voci che sentivo erano voci umane, sì, ma di angeli salvatori… i ragazzi e le ragazze del soccorso alpino.
Qualcuno, con una vista super (diversamente non si spiega) deve avermi riconosciuto: una palla bianca come la neve, in mezzo alla neve quella vera: incredibile no?

Ho sentito dire che si chiamano “alpinisti”, cioè persone che qui, sulla montagna, in mezzo alla neve, ci vengono apposta, per divertimento, e pare proprio gli piaccia….ma si può essere più incredibili?
Comunque fortuna che esistono anche questi angeli, sennò addio per sempre alle mie amate salsicce! I due alpinisti, però, non avevano gli strumenti per portarmi in salvo. Avrebbero potuto lasciarmi lì, a congelare lentamente, non sempre per noi pelosi c’è tutta questa cura, questa attenzione ma invece esistono anche umani da cuore buono: e non mi riferisco solo ai due umani che hanno chiamato i soccorsi, ma anche a coloro che sono arrivati fin quassù per portarmi in salvo!

Ho sentito dire che sono i tecnici del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico (Cnsas) del Lazio: si sono arrampicati fin qui, dove la montagna ha una pendenza del 60% e passo dopo passo mi hanno portato a valle, in un rifugio caldo. Per farlo hanno usato una imbragatura un po’ scomoda, ma non posso dire che non ne sia valsa la pena: l’atmosfera in questo rifugio è davvero meravigliosa, tutti mi coccolano, pensano a quale nome darmi, sono davvero carini e gentili.

Peccato nessuno si sia ancora deciso a portarmi le mie salsicce… io son qui che aspetto eh?! 😀

Ecco il video del mio salvataggio