Oggi vi racconto una storia triste ma con un bel finale.
Io mi chiamo Geremia e sono un purissimo meticcio e per tanti anni ho avuto un amico giovanissimo. Andavamo molto d’accordo io e lui, eravamo inseparabili ed amici per la pelle. Non c’era posto dove non mi portasse, sembravo la sua ombra. Stavamo insieme tutto il giorno e quando frequentava le scuole medie, io ero un cucciolotto peloso che lo guardava a vista perché quella è l’età in cui si combinano i guai ed io ci tenevo al mio grande amico di giochi. Siamo praticamente cresciuti insieme, ne abbiamo fatte di tutti i colori perché io non sono un cane serioso anzi, mi divertivo quando il mio amico faceva qualche marachella e poi scappava.
Ricordo ancora quando faceva squillare tutti i citofoni di un condominio e poi si nascondeva ed io dietro di lui me la ridevo sotto i baffi. Invece, quella volta che bussarono al citofono di casa nostra ed entrarono due poliziotti, capii che non ‘era nulla da ridere e che non si trattava di una semplice ‘marachella’ anzi, doveva essere successo qualcosa di grave altrimenti il mio amico non mi avrebbe guardato con quell’aria così spaventata. Ricordo quel pomeriggio come se fosse ieri e mi resi conto che la situazione era degenerata quando i miei ‘nonni’ cioè i genitori del mio amico, tornarono a casa la sera affranti e con gli occhi rossi. Dalle loro parole capii che il mio adorato bipede era stato portato a Bollate in un brutto posto che non conosco ma da quello che potetti capire è molto lugubre e triste.
Dicono che il mio amico e tutti coloro che stanno lì dentro, non si chiamano più persone ma ‘detenuti’ e poi dicono che le loro camerette non hanno il computer, la play station e lo stereo ma solo un letto e una finestrella alta. Forse sono menzogne, non so se crederci perché mi ha informato lo schnauzer della vicina di pianerottolo che è un pettegolo di prima categoria. Forse lo ha fatto per farmi avvilire perché sa che sto soffrendo troppo senza il mio adorato compagno ma lui dice che ne è sicuro e che lo ha visto in TV. Mi ha anche detto che quelle camere con le sbarre sono sempre chiuse con la chiave per paura che i detenuti scappino ed io sono sicuro che se il mio amico facesse una cosa del genere, lo farebbe solo per tornare da me. Mi manca tanto! La sera dormivo sul suo letto, proprio accanto ai suoi piedi e la notte non avevo mai paura e se facevo qualche brutto sogno, lui mi accarezzava.
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Oggi però lo schnauzer mi ha dato una bella notizia, forse non è così cattivo come sembra! Ha detto di aver sentito al telegiornale che nel Carcere di Bollate, dove è rinchiuso il mio amico, è cominciato un progetto sperimentale ed ogni settimana entrano tre cani a far compagnia ai detenuti. Che bello! Si chiamano Onda,Titti e Tatò e fanno parte del progetto ‘Cani dentro‘.
Anche il mio amico si diverte ad addestrarli e a giocare con loro. E’ una cosa bella che hanno pensato di fare per far riprendere i rapporti affettivi ai detenuti ed è una pet teraphy che li dovrebbe tenere sù col morale.
So che il mio amico lancia il pallone al cane che gli è stato affidato e lui glielo riporta, so che lo riempe di carezze e il cane lo adora. A dire la verità, sono un pò geloso! Avrebbero potuto fare un progetto simile ed includere anche me tra quei cani che vanno in quel carcere. Invece di poltrire sempre, dovrei essere arguto come quello schnauzer almeno potrei chiedere il permesso al Centro di andare anche io a trovare il mio amico.
Però ora che so che è in buona compagnia, la notte sogno che un giorno possa aprire la porta, mi corra incontro e mi riempia di baci. Poi mi volto… e dietro il mio amatissimo bipede, c’è anche la dolcissima Onda con lui.
FONTE IMMAGINE: www.canidentro.it
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