Chewbe e Santiago, 4 zampe sul Cammino
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Che strani gli umani! Dopo tantissima strada, direi anche divertente, arriviamo a Santiago, e facciamo un’ora di fila all’officina del pellegrino a Santiago, in questo posto dove gli umani ritirano la Compostela “il diploma che certifica il cammino”. Prima di ritirare il documento gli viene fatta una domanda: perché hai fatto il cammino? Quale è stata la motivazione che ti ha spinto a tanto? Le risposte sono: spirituale, culturale, sportiva, etc… Il mio umano ha risposto “IL MIO CANE”, sembra sciocca e quasi blasfema la risposta, ma è così, io sono proprio fortunato ad aver trovato una famiglia cosi, che nell’idea di coronare un sogno non mi ha messo da parte, ma addirittura al centro della scena..sono felice di essere qui ora.

Ero un batuffolo di pelo che vagava sul Raccordo Anulare di Roma ormai più di 3 anni fa, quando trovai Oriana che cambiò la mia vita. E pensare che avevano paura di tenermi, temevano di non essere in grado di darmi una giusta vita, pensavano che vivere in un appartamento per me fosse difficile, per fortuna non ci ho messo tanto per fargli capire che io ero contentissimo così. Dopo pochi giorni che ero con loro battevo con la zampa alla porta per fargli capire che era tempo di bisogni, per fortuna hanno capito subito, qualche mese dopo mi aprivo direttamente la porta da solo. Quando rientriamo dalla passeggiata sul pianerottolo loro si tolgono le scarpe io gli porgo le zampe per farmele pulire perché non voglio sporcare casa e tante di queste cose…. Ma soprattutto camminano, i miei umani camminano. Quando usciamo per le passeggiate normalmente si cammina 5/6 km al giorno, al punto che un giorno li sento parlare di un sogno, di fare il cammino di Santiago di Compostela. Io non sapevo bene cosa fosse ed ero preoccupato, ma poi capii che mi avrebbero portato con loro, che il loro sogno si potesse avverare anche insieme a me e sono stato tranquillo.

Tutto bello ma dietro a questo sogno c’è tanto lavoro, un anno di preparazione fisica, aumentando piano piano le distanze per arrivare a raggiungere 20/ 25 km giornalieri, che sono più o meno le distanze di ogni tappa sul cammino. La ricerca delle creme, una per ammorbidire e migliorare l’elasticità dei miei polpastrelli e per evitare screpolature, da usare a riposo alla fine di ogni giornata ed un’altra protettiva, da applicare prima di ogni tappa, in modo che non si consumassero troppo i cuscinetti. La scelta delle scarpette tecniche con tanto di suola gommata antiscivolo per i lunghi tratti di asfalto o terreni molto accidentati, che divertente portarle e che fortuna averle, senza non saremmo mai arrivati! Uno zainetto, dove mettere tutte queste cose, anche se ad un certo punto, lo zainetto è finito in fondo al loro zaino perché la strada è lunga e non c’era alcun motivo che io lo portassi tutto il giorno, le pillole integrative per le cartilagini e un antinfiammatorio.

La cosa più difficile è stata la ricerca degli albergue che accettano i cani. Credeteci dopo 25 km pensare di non trovare posto per dormire e dover dormire in tenda da campeggio ( che gli umani dovranno portare in caso di emergenza), in un patio o per terra in un garage come è successo a noi, lo fai perché ami troppo il tuoi umani per lasciarli soli. Ma la mattina dopo ci sono altri 25 km ad aspettarti quindi avere una lista di albergue che accettano i cani, da prenotare tappa dopo tappa, beh cambia di molto la prospettiva. Gli umani, sapendo che alla fine della tappa troveranno una doccia calda, una lavatrice ed un letto sono molto più sereni e, se devo essere sincero, anche a me mette tranquillità dormire vicino al loro letto. (n.d.r. qui trovi un motore di ricerca per alberghi dog-friendly).
35 giorni, 800 km questo è il cammino francese da Saint Jean Pied de Port un paesino ai piedi dei Pirenei francesi, fino a Santiago de Compostela attraversando ogni forma di natura con le sue bellezze, colori, profumi e difficoltà.

Dalla Navarra di Pamplona ed il suo orgoglio Basco, passando per la Rioja di Logrogño tra distese di campi di grano e vitigni, arrivando alla Castilla Y Leon la più grande e la più difficile regione con le sue mesetas, altopiani aridi difficili da attraversare per mancanza di alberi dove il sole e il caldo mettono a durissima prova il viaggio, e che Leon e Astorga sono le due città dove trovare un po’ di rilassatezza mentale, messa in discussione nei lunghissimi chilometri di distese di campi arati e niente più. Poi la magia della Galizia tra montagne e boschi fatati alla ricerca di gnomi ed elfi dove il tempo si ferma… rallenti forse anche per goderti gli ultimi giorni o chilometri, dove l’unica certezza è che pioverà altrimenti hai sbagliato strada; e finalmente poi Santiago, una città meravigliosa dove tutti sorridono e si abbracciano, mentre ti avvicini alla cattedrale accompagnati dalla musica di cornamuse di viandanti alla ricerca di qualche spicciolo, vedi l’emozione degli umani e la sensazione di essere arrivato si materializza in quella piazza magica, da millenni magica. Gli abbracci con i compagni di viaggio, le lacrime insieme a chi come te ha terminato il Cammino e questa cosa , insomma mi faceva ridere, come se loro non sapessero che ad un certo punto per forza saremmo arrivati li, non ti resta che farli inginocchiare per abbracciarteli per qualche minuto.
Già, siamo davvero arrivati a Santiago e ti rendi conto, dalle loro lacrime, che hanno capito quanto la fedeltà di un animale e di gran lunga più grande della loro follia di partire.

Abbiamo volutamente cercato di essere poco chiari su ciò che vi aspetta perché è giusto che chiunque faccia il proprio cammino abbia la possibilità di goderselo per come gli verrà incontro, quello che possiamo dire in più è che fare il cammino di Santiago con gli umani non è per niente semplice ma allo stesso tempo meraviglioso, dove in 40 giorni insieme a loro giorno e notte imparerai a capire centinaia di cose di lui e di lei che nella vita quotidiana ti sfuggono, dove bisogna essere predisposti anche a dormire per terra se necessario, ma tutto sarà ripagato alla fine ve lo assicuriamo.
Ancora un paio di cose pratiche, la prima il mio mangiare. Io mangio umido, ma il discorso è identico per le crocchette anche se quest’ultime sono più semplici da trovare. Nelle grandi città non c’è nessun problema si trovano normalmente le scatolette , un po’ più difficoltosa è la ricerca nei piccoli paesi e li bisogna essere bravi a fare scorte a sufficienza per arrivare al paese successivo. Tenete presente che durante il cammino, si consumano molte più energie quindi, è opportuno aumentare le dosi o i pasti. Spesso per praticità e perché sono molto facili da trovare ho mangiato scatolette di tonno, che adoro, o pacchetti di wurstel, come break durante la giornata come intermezzo ai pasti.

La seconda, e giuro l’ultima, il nostro consiglio per il viaggio è di non farlo con un solo umano, sarebbe opportuno non essere mai soli ad occuparsi di un cane. Bisogna sapere che in Spagna è vietato l’ingresso ai cani in praticamente qualsiasi luogo chiuso, oltre che non poter salire né su autobus né su treni (a meno che non siate dei cagnolini piccoli piccoli). A parte la praticità per gli acquisti e le visite, per esempio delle chiese e cattedrali, il problema diventa invece un po’ più grave in caso di emergenza. Se per esempio l’umano ha bisogno di una visita al pronto soccorso o addirittura un ricovero, se non ha l’opportunità di lasciarci a qualcuno, noi rischiamo di finire chiusi in qualche Perrera (canile) e non è una bella prospettiva.
Noi di “4 zampe sul cammino di Santiago”, vi lasciamo sperando di esservi stati in qualche modo di aiuto ed aver magari, come è successo a noi, acceso quella fiammella e che ti fa sentire vivo e che ti spinge a realizzare un sogno unico.

Un caro saluto scodinzolante a tutti,
il vostro Chewbacca di
4 zampe sul cammino di Santiago