Mahe: il labrador che si prende cura del suo piccolo umano

Ciao, mi chiamo Mahe, sono una splendida Labrador femmina di circa tre anni e di colore nero. Da cucciola ho frequentato per sei mesi la Dogs New Zealand Trust, una scuola di addestramento per cani in Nuova Zelanda, dove ci insegnano come dicono loro, ad arricchire la vita degli umani con disabilità e si chiama Pet Therapy. Poi un bel giorno, il mio papà e la mia mamma umani hanno deciso di adottarmi. Arrivati nella mia nuova casa, ho conosciuto James, e da allora non ci siamo più separati.

Siamo più che fratelli, lui è il mio migliore amico, ed io lo sono per lui, me lo fa capire ogni volta che mi guarda, perché anche per lui è così, ci intendiamo con lo sguardo. Facciamo tutto insieme, e non ci separiamo mai, il papà e la mamma dicono sempre che da quando ci sono io, non solo la vita di James è cambiata, ma anche la loro.

Prima per loro era proibitivo uscire con lui e avere una qualche forma di vita sociale, perché s’innervosiva sempre alla presenza di estranei. Per loro era un incubo anche entrare in un caffè, appena varcata la porta James, cercava sempre di scappare perché non si sentiva sicuro neanche con loro. Mi riempie di orgoglio e mi rallegra quando vedo che anche loro sono più tranquilli, ma io non faccio nulla di eccezionale, sono la mia famiglia, e stargli accanto mi rende felice, soprattutto accanto a James. Il mio piccolo umano non parla molto, anzi non lo fa proprio con nessuno, comunica con me, con mamma e con papà solo con lo sguardo e con il contatto fisico.

I dottori dicono che è autistico, non so cosa significhi, ma mamma e papà dicono che da quando sta con me, si è calmato e si sente più sicuro soprattutto quando sta con chi non conosce. Così, quando andiamo a fare una passeggiata, e a loro vien voglia di un caffè, io sto con James al guinzaglio, se si allontana troppo da loro, o si agita e tenta di scappare verso una strada trafficata, mi siedo e non mi muovo più, neanche se vedo passare un gatto, e credetemi, per un cane come me è un grande sacrificio doverlo fare. Purtroppo da un po’ di tempo, le crisi epilettiche del mio amico sono aumentate, così i medici hanno deciso di sottoporre James a una risonanza magnetica, per capirne il motivo. I dottori hanno deciso così di ricoverare James in ospedale, ovviamente la cosa mi preoccupava un pochino, l’idea di lasciarlo da solo non mi piaceva, il mio fratellino aveva bisogno della sicurezza che riesco a dargli.

Così, quando i medici hanno visto come la mia presenza si tranquillizava, mi hanno permesso di stargli accanto. In ospedale, purtroppo a noi cani non è consentito entrare, ma per me hanno fatto un’eccezione, così son potuta stare accanto a James quando gli hanno fatto l’anestesia. Mammamia che ansia che avevo quando, sdraiata con lui nel letto, lo vedevo addormentarsi. Strofinavo il mio muso su di lui per rassicurarlo, e fargli capire che stavo al suo fianco, avevo tanta paura, ma era l’ultima cosa di cui aveva bisogno. Poi ho dovuto aspettare la fine della risonanza fuori dalla sala, qui Michelle, la mia mamma, attendeva preoccupata mentre beveva un caffè, e non ho potuto fare altro che dare un po’ di coraggio anche a lei. So che anche la mamma ha capito che anch’io ero preoccupata, perché sa bene che c’è una specie di magia che ci lega, James ha solo nove anni, e vederlo così mi rattrista.

Con me lui si sente sicuro, io lo proteggo sempre e quando mi accorgo dell’arrivo di una crisi, avviso mamma e papà con un guaito. Lui ha bisogno del mio contatto visivo per calmarsi e ritrovare serenità, ma in fondo che volete che sia, mi hanno insegnato a essere il suo angelo custode e lui è diventato il mio piccolo umano.