Alla Cattedrale di Malaga

Sarà che siamo capitati in piena festa cittadina ma già la considero la città della perdizione, qui il detto “Bacco, tabacco e Venere rendono l’uomo in cenere” non hai mai avuto più senso.
È la metropoli meno lenta dell’Andalusia, c’è vita 24 ore al giorno senza sosta, purtroppo per noi cani non c’è quasi niente: niente area cani o spiagge, c’è solo un parco in mezzo a delle strade che si chiama Paseo Maritimo, un’altro dove è necessario fare un’ora di cammino in salita (che fatica) che si chiama Alcazaba e poi c’è il Rio Guadalmera, praticamente un fiume in secca su cui ci hanno spiegato c’è un progetto di riqualificazione pronto: riadattare come zona verde con area dedicata ai bambini, un’area cani e un parco per skateboarders il letto del fiume, come a Valencia ma la lentezza per il suo sviluppo è pari alla costruzione della Salerno-Reggio Calabria.

Nel fiume di MalagaSul letto di questo fiume abbiamo conosciuto Simba (Golden retriever di 8 anni) e Rubia (Levriero di 5 anni) con cui ho giocato per un paio di ore fino allo sfinimento. Ricardo, il loro umano, è un cubano che ha vissuto per quasi 11 anni a Madrid e che ora si è trasferito a Màlaga da circa 3 anni con la sua famiglia. È un attivista, nel senso buono della parola, totalmente pro cani: ha fondato una associazione con gli altri padroni che frequentano il Rio ma ci ha anche spiegato che è molto difficile riuscire a costruire qualcosa di concreto come una spiaggia attrezzata per cani o delle “zona canino” pari alle nostre aree cani. Ma porca miseria con così tanto spazio quante storie per 4 pali e una rete… son proprio strani ‘sti umani.

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