Mi chiamano Pucci. Sono un cane. Sono robusto e biondo. Ho sentito qualcuno dire che sembro un grosso peluche. Sono anche giovane, ho solo tre anni, ma sono molto responsabile. Da un po’ di tempo collaboro con una associazione che cerca di aiutare chi si trova in difficoltà.
All’inizio non capivo bene cosa dovevo fare, ma ora lo so e lo voglio spiegare anche a voi.
Conosco molte persone, non importa l’età, che si trovano a disagio nella vita di tutti i giorni, che non riescono neanche a parlare con gli altri, che stanno sempre da soli.
Altre persone, come quelle che lavorano con me, hanno studiato tanto la maniera per aiutarli e a forza di cercare e provare tante soluzioni, si sono resi conto che io e altri come me potevamo fornire un valido sostegno e rendere migliore la giornata di queste persone tristi. Si, perché loro sono tristi, non hanno scelto di essere quello che sono, sono nati così o ci sono diventati piano piano. E allora vengono a trovarmi per stare un poco con me, in casa mia e usciamo insieme nel mio giardino oppure vado io accompagnato dal mio umano.
Ogni giorno ho un amico diverso, ma per me sono tutti ugualmente simpatici.
I primi incontri sono i più difficili, perchè ancora non mi conoscono bene e si fidano poco, poi prendono confidenza e non vorrebbero lasciarmi mai.
Una cosa che piace tanto a loro, ma sinceramente anche a me, è stare abbracciati.
Sento che le loro tensioni piano piano si allentano e si divertono anche a farmi tante carezze, ad affondare le mani nel mio pelo. Sono orgoglioso del mio mantello, è sempre lucido e ben spazzolato, le persone che mi curano ci tengono che io sia sempre pulito e che mi presenti bene.
Stavo dicendo che quando vengono questi amici a trovarmi io sto seduto e fermo perché sono consapevole della mia forza e non vorrei far loro del male o, peggio ancora spaventarli. Però a volte non resisto e lecco loro la faccia. E’ il mio modo per dire che anche io gli voglio tanto bene. E devo dire che gradiscono. Lo faccio tranquillamente perchè Il mio medico, il veterinario, mi controlla di continuo. Mi fa sempre punture e mi fa prendere pastiglie, contro questa e quella possibile malattia. Io lo lascio fare perché mi ha spiegato che così non trasmetterò mai nessuna infezione ai miei amici.
Se devo essere sincero non mi piace farmi fare le punture, ma il mio veterinario non mi fa neanche male, poi mi da sempre un biscottino, uno solo, per premiare la mia buona volontà, e poi per amicizia si fa questo e altro.
Quando le giornate sono belle, cioè basta che non piova troppo forte, io e i miei amici, usciamo a fare lunghe passeggiate. A volte vogliono portarmi al guinzaglio, per fare vedere agli altri che sono bravi a farlo. Io cammino bene anche senza, ma così si sentono importanti e io li lascio fare. Alcuni dei miei amici hanno problemi a camminare e allora io sto attento a non tirare per non farli inciampare.
Quelli che ci riescono e ne hanno voglia, giocano con me, magari mi tirano un bastoncino e io vado a prenderlo e lo riporto. E continuiamo così anche per ore. Ma sono pochi.
I più sono contenti anche solo di camminare accanto a me e tenermi una mano sulla groppa per sentire che io sono lì con loro. A me fa piacere il calore che mi trasmettono. Quando proprio non si può stare fuori, ci mettiamo seduti vicino, anche per terra, tanto nessuno ci brontola, e ci facciamo un poco di coccole. Oppure stanno in poltrona e io mi sdraio ai loro piedi. L’importante è stare vicini.
Uno di questi miei amici stava così bene con me, che si addormentava sempre tenendomi abbracciato. Io pensavo che lo facesse perché si annoiava e invece mi hanno detto che lo faceva perché era sereno. Infatti la sua mamma doveva faticare non poco per portarlo via.
Purtroppo io sono uno solo, anche se ho molti colleghi che fanno quello che faccio io, ma gli amici che hanno bisogno di me sono tanti e io non posso stare sempre con lo stesso. Ogni giorno devo trovare il modo di dividere il mio tempo fra tutti quelli che mi vengono a trovare. Sono molto orgoglioso che abbiano scelto proprio me.
A volte quando arriva la sera divento un poco triste perché non sono riuscito a far sorridere tutti. Allora vado dal mio compagno umano perché mi consoli, e lui mi dice che non devo dispiacermi, perchè noi abbiamo fatto tutto il possibile, ma a volte ci sono degli amici più introversi di altri. Magari domani andrà meglio.
Certe volte sono loro a fare ridere me. Una amica, cercava sempre di mangiare i croccantini dalla mia ciotola, e facevo una gran fatica ad allontanarla da lì, ma era così buffa quando cercava di sgranocchiarli, ma non le facevano certo bene. Alla fine abbiamo deciso, io e il mio collaboratore, di nascondere il mio cibo quando veniva lei e facevo in modo di distrarla perché non ci pensasse.
Però quelli che mi fanno più tenerezza sono i miei amici con i capelli bianchi. Sembrano così fragili e indifesi. Con loro non posso uscire a passeggiare, alcuni stanno sempre seduti su delle sedie con le ruote e non si alzano mai, e sembrano tanto tristi, ma quando mi vedono si vede che sono contenti.
Ma il merito non è solo mio, devo dire che i miei compagni umani si prodigano molto per far capire a tutti i nostri ospiti che con me possono giocare e fare tutto quello che vogliono. L’importante è che non mi facciano del male. Non perché io reagisca, non ho mai morso nessuno, ma è proprio per loro, per insegnargli cosa è bene e cosa è male. Lo so che non lo fanno mai per cattiveria di tirarmi la coda o le orecchie, ma è solo perché, magari non lo sanno neppure, ma sono tanto arrabbiati con il mondo. Ma a forza di stare con me diventano più contenti.
Se potessi fare qualcosa di più per farli stare meglio lo farei, ma hanno detto che già faccio molto lasciandomi toccare, coccolare e abbracciare.
Se volete saperne qualcosa di più potete visitare uno di questi siti:
www.pettherapyitalia.it
www.aiuca.eu
www.amicianimali.it/pettherapy
o altri che potete trovare su internet. Io non so leggere ma mi hanno detto che sono interessanti e spiegano ancora meglio di come ho potuto fare finora, quello che io, gli altri miei amici a quattro zampe e quelli a due zampe sole (come faranno a stare in piedi senza traballare? mah, me lo chiedo sempre!), cosa facciamo per rendere la vita più serena a chi ce lo chiede.
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