Il cane uscito fuori dalle macerie: parla Giobbe. Questa volta ho temuto davvero che fosse la fine: quando la terra ha iniziato a tremare ho visto la mia casa venire giù a poco a poco e le mie amiche umane in preda al panico correre fuori velocemente. Dopo quegli attimi concitati non ricordo più nulla, forse qualcosa mi ha colpito e sono svenuto, so solo che mi sono risvegliato dopo non so quanto tempo in mezzo a cumuli di macerie, frastornato e completamente solo. Mi chiamo Giobbe e sono un cane meticcio, il mio pelo è corto bianco con macchie marroncine sul muso e sulla parte posteriore del corpo e sono il cane uscito fuori dalle macerie di Norcia dopo il terremoto. Non sono un cane di grossa taglia, ho gli occhi neri, il muso sempre umido e adoro scodinzolare. Sono piuttosto socievole e giocherellone, ma anche discreto e silenzioso quando devo. Per quello che posso ricordare, ho sempre vissuto nel Monastero delle Clarisse, nella città di Norcia insieme alle mie amiche suore. Crescendo, grazie alle mie qualità, sono stato insignito di ruoli di grande responsabilità: guardiano del Monastero (compito che ho assolto con grande impegno, spaventando coi miei latrati tutti gli individui sospetti), assaggiatore ufficiale e amministratore delle cucine (mi sono sempre assicurato che il cibo fosse buono per premura verso le mie amiche), intrattenitore delle Clarisse e mascotte del convento. Ma veniamo a noi, il 30 ottobre la mia casa è venuta giù ma io sono rimasto qui a far la guardia a quel che ne è rimasto. Ho sperato che le mie amiche fossero riuscite a mettersi in salvo e che stessero tutte bene. Sono stati due giorni di profonda angoscia e disperazione: senza nulla da mangiare e da bere, non mi è rimasto altro che
Il cane uscito fuori dalle macerie: parla Giobbe. Questa volta ho temuto davvero che fosse la fine: quando la terra ha iniziato a tremare ho visto la mia casa venire giù a poco a poco e le mie amiche umane in preda al panico correre fuori velocemente. Dopo quegli attimi concitati non ricordo più